Il progetto in sintesi
La ricerca si propone di riesaminare la nozione di “ideologia”, ampiamente dibattuta nella letteratura scientifica in ambito antropologico e sociolinguistico (Bourdieu P., 1991; Bourdieu P. & Eagleton T., 1991, Eagleton T., 1991, Foucault, 1970), alla luce delle rappresentazioni che i parlanti di una comunità linguistica costruiscono attraverso i discorsi ordinari e la scrittura letteraria. Partendo da una consolidata tradizione continentale, ispirata alla rilettura althusseriana del pensiero marxista, insieme a quella nord-americana da C. Geertz a M. Sahlins, il gruppo di ricerca intende interrogarsi sulle modalità attraverso cui le comunità dei parlanti strutturano e danno forma al discorso ideologico sulla lingua e la letteratura in contesti sociali, linguistici e culturali minoritari. L’intento principale è osservare il comportamento locutorio dei parlanti, ovvero in che modo questi ultimi riconfigurano gli equilibri e sovvertono i rapporti di dominazione sociali esistenti in seno alle rispettive comunità di appartenenza. Si darà ampio spazio allo studio delle letterature periferiche nell’area germanica e romanza, europea ed extraeuropea, in cui coesistono norme linguistiche endogene più o meno stabilizzate e situazioni di diglossia o, in casi limite, di emarginazione e discriminazione linguistica. A titolo di esempio, si potrebbero citare il caso delle lingue creole a base lessicale francese, come quella parlata dai francofoni nella Louisiana acadiana, o quello del franco-provenzale diffuso tra i comuni di Celle San Vito e Faeto, in Puglia. Alla vitalità linguistica e culturale di queste minoranze linguistiche, la cui vulnerabilità si esprime anche attraverso la mancanza di specifici programmi di insegnamento o di valorizzazione del plurilinguismo, non corrisponde nella maggior parte dei casi una tradizione letteraria pienamente riconosciuta. Lo studio delle letterature cosiddette orali, attraverso i generi che meglio esprimono il sostrato culturale, folcloristico e popolare su cui esse si costruiscono, rappresenta uno dei cardini della proposta progettuale. Racconti, epopee, canzoni popolari, fiabe, manifesti, testi teatrali sono soltanto alcuni dei corpora attraverso cui costruire un discorso ideologico articolato su due questioni fondamentali: riconoscibilità, da un lato, e legittimazione, dall’altro, della produzione linguistico-letteraria dei gruppi socialmente e culturalmente esclusi dalla norma linguistica e dal canone letterario.
Descrizione della metodologia
Le basi filosofiche e antropologiche del discorso ideologico, poste durante la seconda metà del secolo scorso, non hanno tenuto conto del ruolo, o semplicemente lo hanno sottovalutato, che la competenza metalinguistica dei parlanti assume nel tentativo, sia individuale che collettivo, di affrontare la complessità del linguaggio e delle sue molteplici manifestazioni scritte e orali. La proposta progettuale intende focalizzarsi sull’aspetto spontaneista delle produzioni discorsive degli appartenenti a comunità autoctone vulnerabili tanto sul piano politico e istituzionale – in realtà territoriali e contesti urbanistici compositi, come il joual di Montréal, nel Québec, o lo chiac di Moncton, nel Nuovo Brunswick, ad esempio – quanto sulla ricezione in ambito culturale, e più specificatamente letterario. In quest’ottica il quadro teorico di riferimento e la metodologia adottata attingono in buona parte dagli studi nel campo della folk linguistics (N. A. Niedzielski and D. R. Preston, 2000; A. Wilton, M. Stegu, e al., 2011; M.A. Paveau, Achard-Bayle, 2008; Lecolle 2015). L’approccio ispirato alla linguistica popolare permette, infatti, di superare la concezione di ideologia linguistica come struttura soggiacente al discorso, accreditando invece l’idea che i parlanti sarebbero in grado di assumere spontaneamente un punto di vista riflessivo (sui-referenziale o metadiscorsivo) riguardo alle proprie produzioni linguistiche e letterarie, andando oltre il simbolismo saussuriano e aprendosi alle molteplici relazioni segniche che strutturano la realtà e definiscono i rapporti sociali all’interno della propria comunità (Silverstein,1998). Si tratta in altri termini di misurare la percezione del linguaggio e del discorso da parte dei gruppi autoctoni minoritari e in che modo questi contribuiscono ad articolare la materia linguistica e la realtà, tenendo conto di fattori discriminanti come l’età, il genere, la classe sociale, il livello di alfabetizzazione ecc. Lo studio delle particolarità linguistiche (fonologiche, morfosintattiche, lessicali) e gli aspetti sociolinguistici legati alla variazione, rintracciabili nelle produzioni letterarie periferiche, permetterà di valutare l’impatto delle rappresentazioni idiolettali e sociolettali dei locutori rispetto al modo con cui questi ultimi organizzano l’esperienza e le relazioni sociali, riconfigurando la percezione di sé in rapporto alla cultura dominante. Nell’indagare il rapporto tra ideologie linguistiche e letterature periferiche, il progetto si propone infine di considerare se e come le ideologie linguistiche impattano le politiche linguistico-educative e le scelte di educazione linguistica plurilingue nelle diverse aree oggetto di attenzione. È sulla base di tutte queste dinamiche che il progetto mira a decostruire la nozione di ideologia per metterne in risalto la polisemia e osservare gli sforzi, da parte dei locutori, di risemantizzarla, nel tentativo di costruire un’identità collettiva condivisa.
Interdisciplinarietà
Il gruppo di ricerca proponente è costituito da studiose e studiosi afferenti al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e accoglie diversi ambiti di studio: dalle scienze del linguaggio alla filologia romanza, passando per la didattica delle lingue e la linguistica educativa. Il progetto intende di fatto federare intorno alla nozione di “ideologia linguistica” una pluralità di approcci e prospettive che si inseriscono a pieno titolo nelle scienze umane e sociali, nel rispetto delle specificità di ogni settore scientifico-disciplinare. Si ritiene che l’apporto dei diversi settori costituisca condizione necessaria per il buon esito del progetto e la messa a fuoco degli obiettivi transdisciplinari illustrati nella proposta, il cui orizzonte potrà essere ampliato attraverso l’interazione con studiosi/e di altri atenei, sia italiani sia stranieri, specialisti negli ambiti descritti. L’attenzione sulla vulnerabilità delle comunità linguistiche minoritarie o potenzialmente a rischio non può prescindere da una valutazione congiunta che implichi, in primo luogo, la raccolta di dati demolinguistici ed etnografici, e in un secondo momento la disamina delle forme artistiche ed espressive, principalmente letterarie, che veicolano un sentimento collettivo di appartenenza sociale e testimoniano dell’importanza per una comunità di parlanti minoritaria di osservare dall’interno la propria competenza linguistica, superare il sentimento di inadeguatezza rispetto alle varietà linguistiche di prestigio o dominanti e forgiarsi un’identità culturale.
Impatto e disseminazione dei risultati
Per le numerose comunità autoctone, così come per la panoplia di autrici e autori “senza nazionalità”, al di fuori di quella del gruppo dominante da cui non si sentono culturalmente rappresentati, ottenere un riconoscimento della varietà linguistica parlata e la valorizzazione del patrimonio letterario scritto associato a tale varietà diventa necessario se non indispensabile per la sopravvivenza della comunità stessa. La presente proposta di ricerca si inserisce a pieno titolo negli obiettivi 4 e 10 di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite: qualità dell’insegnamento e riduzione delle disuguaglianze. Ponendo a monte della riflessione sulla salvaguardia delle minoranze linguistiche i principi di plurilinguismo e multiculturalismo nell’educazione linguistica e nella diffusione capillare delle letterature emergenti “locali”, il progetto mira a indagare le discriminazioni a cui sono soggetti i gruppi di parlanti, spossessati delle proprie radici linguistiche e culturali e per certi versi vittime di glottofobia. Dai risultati della ricerca si attende la conferma di come numerosi aspetti riconducibili alla “qualità” della produzione linguistica rispetto alla varietà normata, o impropriamente definita standard, di una lingua, determinino una lunga serie di ostacoli nell’affermazione delle forme di espressione artistica, in primis quella letteraria. Per questa ragione, la disseminazione dei risultati della ricerca prevederà non soltanto momenti di riflessione in contesti accademici quali convegni, giornate di studio e seminari, ma una serie di incontri con scrittori, critici letterari e case editrici impegnati nella valorizzazione delle varietà linguistiche e delle culture autoctone, insieme a figure rappresentative dei media locali (stampa generalista locale e radio comunitarie, in particolare).
gennaio 2023
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